Elgato Facecam
LA RECENSIONE IN BREVE Una webcam USB professionale che può acquisire un segnale non compresso a 1080p e 60 fps, combinando ottiche proprietarie e uno dei sensori migliori sulla piazza per dar vita a un’immagine che non fa rimpiangere soluzioni più costose.
Si adatta molto bene a tutte le condizioni di luce grazie anche al processore proprietario di Elgato, offrendo un’immagine definita e sempre a fuoco grazie al sistema Fixed Focus ottimizzato dall’azienda.
Il software Camera Hub offre un quantitativo di impostazioni molto elevato, con personalizzazioni simili alle DSLR in un’app che può integrarsi con altri prodotti Elgato e creare un profilo da salvare nella memoria interna della webcam.
Quando si parla di streaming e content creator è difficile non pensare a Elgato, il marchio tedesco che da qualche anno è entrato a far parte della famiglia Corsair. L’azienda, che è salita alla ribalta grazie alle sue schede d’acquisizione video, ha continuato a espandere un catalogo sempre attento alle esigenze di coloro che operano nella creazione di video e nel broadcasting con prodotti di ogni genere: un ecosistema che, nel giro di poco tempo, è arrivato infatti ad accogliere non soltanto le schede di acquisizione per cui il brand Elgato Gaming è diventato famoso, ma anche soft box, green screen, microfoni, superfici di controllo e altri accessori capaci di interagire tra loro per creare dei veri e propri studi di produzione video nell’ambito domestico (ma non solo).
C’era, tuttavia, un campo in cui l’azienda fondata a Monaco di Baviera stava cercando di espandersi in modo più significativo, quello delle fotocamere: dopo Cam Link 4K, scheda USB capace di acquisire un segnale HDMI da DSLR, action cam o camcorder per proporre una qualità video superiore rispetto alle classiche webcam da PC, Elgato ha continuato a lavorare alacremente per fornire a content creator e streamer più esigenti soluzioni variegate capaci di soddisfare gli scenari più disparati. Cam Link Pro ha espanso il concept del modello originale offrendo il supporto a quattro ingressi HDMI differenti per realizzare degli scenari multi-cam più complessi, mentre con l’acquisizione di EpocCam la casa è stata in grado di espandere a dismisura il suo bacino d’utenza grazie a un software capace di trasformare virtualmente qualsiasi dispositivo iOS in una webcam per PC e Mac.
All’appello, però, mancava ancora qualcosa: in una gamma che spazia da soluzioni entry-level (EpocCam) a professionali (Cam Link Pro), l’unica fascia rimasta scoperta era quella dei cosiddetti “enthusiast”, e in tal senso l’introduzione della nuova Elgato Facecam ha perfettamente senso in un periodo storico in cui le webcam sono state giocoforza tra le categorie di prodotti più vendute in assoluto. L'ultima soluzione dell’azienda, presentata in occasione di un evento in streaming, non è tuttavia una risposta all’attuale situazione pandemica che stiamo vivendo, bensì un prodotto a cui Elgato stava lavorando ormai da anni: il risultato è una webcam professionale destinata a un ambiente “desktop” che elimina ogni fronzolo (come il microfono integrato) al fine di offrire la massima qualità video possibile, sfruttando ogni centimetro a disposizione per dar vita alla soluzione definitiva a tutti coloro non volessero superare una certa soglia di prezzo e optare, di conseguenza, per prodotti come Cam Link 4K/Pro (che, oltre al prezzo della scheda, richiedono anche l’acquisto di una fotocamera).
Un’architettura interessante
Disponibile da oggi 15 luglio al prezzo di 199.99 euro, Elgato Facecam è una webcam di dimensioni generose (larga 7.9 cm e alta 4.8 cm senza il supporto in dotazione, per una profondità di 5.8 cm) ma dal peso contenuto (soli 96 grammi senza supporto e tappo per la privacy, in dotazione) che si basa su un sistema di ottiche proprietarie completamente in vetro e su un sensore Sony STARVIS per offrire un flusso video non compresso a 1080p e 60 fotogrammi per secondo fissi, senza artefatti. Un obiettivo che la casa tedesca ha raggiunto pienamente grazie a una costruzione intelligente che non lascia nulla al caso, proponendo con la sua architettura Prime Lens otto elementi interamente in vetro con un’apertura del diaframma di f/2.4 e una profondità di campo che corrisponde ai 24mm di una full-frame equivalente: con questa combinazione, l’obiettivo di Facecam è capace di catturare ogni movimento tra i 30 e 120 centimetri di distanza mantenendo il soggetto perennemente a fuoco.
Una configurazione, quella scelta da Elgato, che pensa proprio a tutto: la superficie asferica esterna massimizza la nitidezza del perimetro dell’immagine, mentre il vetro a bassa dispersione riduce l’aberrazione cromatica, migliorando al contempo contrasto, tonalità e nitidezza e mantenendo la trasmissione costante sull’intero spettro di colori, riducendo al minimo la possibilità di distorsione di quest’ultimi. Il sistema di rivestimento antiriflesso, composto da diciotto elementi, migliora notevolmente la trasmissione dell’immagine e previene il bagliore della lente, preservando i dettagli dell’immagine. Il filtro a infrarossi, infine, blocca ogni fonte di luce potenzialmente in grado di disturbare il sensore CMOS STARVIS. Ed è proprio la scelta di questo componente (presente peraltro anche nella webcam Kiyo Pro di Razer) ad assicurare che l’immagine acquisita dalle ottiche Prime Lens sia ricca di dettagli e caratterizzata da un livello di rumore minimo.
Per lavorare a regime, un sensore del genere ha bisogno di operare a temperature corrette ed è per questo che Elgato ha pensato a un sistema di raffreddamento basato su un dissipatore di dimensioni importanti posizionato alle spalle del chip Sony STARVIS, sul retro dello chassis, che si occupa infatti di raffreddare il sensore ed evitare surriscaldamenti. Nella parte opposta, infine, trova spazio una piastra che ospita due caratteristiche interessanti: la prima è un processore chiamato Advanced Image Engine che, oltre a fornire un’analisi in tempo reale dell’esposizione e a consentire di intervenire manualmente sulla velocità dell’otturatore e sulla compensazione dell’esposizione (proprio come una DSLR in modalità manuale), può effettuare milioni di calcoli al millisecondo ed effettuare così microregolazioni sul bilanciamento automatico del bianco, color correction, nitidezza e così via. La seconda caratteristica, davvero degna di nota, è la presenza di una memoria flash che consente di salvare le impostazioni personalizzate direttamente nella webcam, così da mantenere la propria configurazione ogni volta che si riavvia il computer o che si utilizza Facecam altrove.
Tutto ciò è gestito da un modulo ottico che, a detta di Elgato, rappresenta la base su cui l’azienda realizzerà le future evoluzioni della serie Facecam. Si tratta di una soluzione che consente di trasmettere un segnale a 1080p60 senza artefatti proprio perché, se nelle altre webcam il segnale video solitamente passa attraverso un processo di decoding ed encoding prima di arrivare a un qualsiasi software, al contrario il modulo integrato da Elgato processa il segnale non compresso in Full-HD e 60 fps senza degradi nella qualità dell'immagine.
Il contenuto della confezione Elgato ha proposto un packaging molto essenziale per la sua neonata webcam: in dotazione, oltre a Facecam e al coprilente brandizzato dall'azienda tedesca, c'è un cavo USB-C/USB-A di tipo 3.0 lungo 1.8 metri, uno stand regolabile già installato nel vano da 1/4" e una guida rapida all'uso, da cui potete scoprire come scaricare il software Camera Hub e iniziare a realizzare contenuti.
L’azienda ha preferito puntare su una risoluzione di 1080p e non sul 4K per questa prima versione visto che, per il target di riferimento, sarebbero stati ben pochi gli utenti a utilizzare una simile risoluzione. Considerando che per inviare un flusso video non compresso a 1080p60 serve una banda da 2.98 Gbps (sebbene Elgato indichi soltanto 2Gbps necessari per il segnale di Facecam) contro gli 11.9 Gbps di un segnale non compresso in 4K60, e che il protocollo USB 3.0 scelto dalla casa tedesca per la sua prima webcam supporta un massimo di 5 Gbps, non si poteva certamente fare di più senza far lievitare i costi in modo probabilmente eccessivo. Elgato non esclude in futuro un modello più costoso che supporti la risoluzione Ultra-HD, che a questo punto potrebbe essere basato sul protocollo USB 3.2 per offrire agli utenti la banda necessaria.
Il nuovo software
Il cuore pulsante di Elgato Facecam è il nuovo software Camera Hub, che come già visto in altri prodotti dell’azienda (come Control Center per Key Light e Ring Light, o Wave Link per i microfoni della serie Wave) si propone come vero e proprio centro di controllo da cui tenere d’occhio tutto ciò che serve. La nuova app, disponibile gratuitamente per PC e Mac, consente infatti di gestire una o più Facecam in modo estremamente intuitivo, lasciando che il processore Advanced Image Engine si occupi automaticamente di parametri come contrasto, saturazione e nitidezza, ma anche zoom, bilanciamento del bianco, temperatura e persino riduzione del rumore (con possibilità di attivare l'Anti-flicker a 50 o 60 Hz) in modo del tutto personale. Il software non si limita dunque a consentire agli utenti di regolare la risoluzione (540p30, 540p60, 720p30, 720p60, 1080p30 e 1080p60 quelle disponibili), ma anche di regolare i parametri in modo avanzato come se fosse una DSLR, e non una "semplice" webcam USB.
Un ecosistema condiviso... oggi ancora più grande La grande forza di Elgato risiede certamente nel suo ecosistema, che tramite una superficie di controllo come Stream Deck è in grado di gestire tutte le periferiche dell'azienda tedesca con estrema facilità. Anche Facecam rientra nei prodotti della casa a poter essere gestito tramite il rinnovato Stream Deck (qui il nostro speciale dedicato alla versione 5.0 e a tutte le novità), tuttavia per il momento l'integrazione passa da un plugin gratuito realizzato da uno sviluppatore e streamer, al secolo Bar Rider. Il funzionamento è perfetto e consente agli streamer e content creator di dar vita a scene particolarmente complesse sfruttando zoom differenti e tanto altro, da richiamare come sempre con la pressione di un pulsante. In futuro, l'azienda svela che Stream Deck e il suo software potrebbero essere in grado di gestire Facecam in modo che, dal suo sensore, la webcam possa stabilire il grado di illuminazione della stanza e regolare di conseguenza l'intensità e tonalità delle luci.
E nonostante il sistema di rilevazione automatico funzioni di suo discretamente bene una volta collegata la webcam a una porta USB 3.0 (per il discorso della banda di cui sopra, Elgato suggerisce di non utilizzare la periferica in una porta condivisa con altri accessori al fine di non degradare la qualità del segnale) del PC o Mac, la possibilità di intervenire in modo minuzioso nelle impostazioni e gestire l’ottica di Facecam in base all’ambiente in uso, è davvero un bonus da non sottovalutare. A tal proposito, l’azienda ha ben pensato di introdurre una novità decisamente gradita, ovvero un indicatore che mostra in tempo reale il valore ISO, ovvero la sensibilità del sensore alla luce, consentendo ad esempio di aumentare la luminosità della stanza in caso di valore ISO troppo elevato.
Si tratta senza dubbio di un alleato prezioso che, grazie alla possibilità di intervenire sulla velocità dell’otturatore in modalità manuale (o di compensare l’esposizione in caso di rilevazione automatica), consente di andare ben oltre le classiche impostazioni incluse nella maggior parte di webcam USB e raggiungere risultati molto vicini a quelli di una fotocamera professionale.
Il software Camera Hub, disponibile su PC e Mac in forma gratuita, consente di personalizzare Facecam con una serie di parametri abitualmente non presenti in una webcam USB. I risultati sono notevoli.
I risultati sono certamente interessanti per un software che, nella sua versione di debutto, pare offrire già numerose caratteristiche superiori rispetto a webcam di altri marchi: lo zoom digitale 4X consente di passare da un campo visivo di 83° a una cornice ristretta da 20° (a discapito chiaramente della qualità che, in assenza di uno zoom ottico, produce una quantità di rumore evidente) con step intermedi che, volendo, consentono anche di creare “scene differenti” da intervallare rapidamente tramite l’uso del solito Stream Deck (date un’occhiata al box dedicato in alto per approfondire). Trattandosi di una webcam di classe UVC, potrete a ogni modo utilizzare Facecam con qualsiasi app senza l’uso di driver dedicati, e la webcam di Elgato risulta perfettamente pronta all’uso con i software più quotati come OBS, X-Split e Streamlabs, ma anche con gli ormai frequenti Skype, Google Meets, Discord e così via.
L’elemento più interessante per un’azienda che, come scrivevo in apertura, negli anni ha saputo certamente espandere in modo significativo il suo catalogo, è che un prodotto come Facecam dà il meglio di sé in combinazione con altri elementi di casa Elgato essendo perfettamente integrata in un ecosistema interattivo. Allo stato attuale, Camera Hub non è ancora perfettamente inserito nelle automazioni che Stream Deck è in grado di offrire (pur essendo disponibile un plugin gratuito, creato in collaborazione con lo sviluppatore/streamer BarRider), ma nei piani della casa europea c’è la volontà di offrire un sistema capace di sfruttare Facecam per valutare l’ambiente in cui si utilizza la periferica e comunicare, di conseguenza, la luminosità, temperatura e intensità corretta ad accessori come Key Light o Ring Light.
L'alleato ideale Una buona illuminazione dell'ambiente in cui si registra o si effettuano le sessioni in diretta streaming è fondamentale per raggiungere una qualità elevata, e per mettere alla prova a dovere Elgato Facecam abbiamo testato la webcam con una serie di soft box e prodotti più avanzati... come Ring Light. L'ultima proposta dell'azienda in termini di illuminazione è arrivata tuttavia solo nelle scorse ore e non abbiamo avuto modo di testare a dovere l'accoppiata nelle condizioni più disparate. I primi risultati, tuttavia, sono davvero incoraggianti, e Ring Light potrebbe essere l'alleato più adatto a cui affiancare Facecam. Restate sintonizzati per un secondo articolo che approfondirà l'uso della periferica con la luce circolare di Elgato.
Fantascienza, potrebbe pensare qualcuno, ma ripensando al modo in cui i software di Elgato si sono evoluti nel tempo non faccio fatica a credere che, anche grazie al feedback degli utenti, l’azienda sarà in grado di espandere un’app di per sé già particolarmente potente. Software che, vale la pena ricordarlo, consente di memorizzare tutte le opzioni personalizzate all’interno della memoria flash celata all’interno di Facecam, e di mantenere tutte le impostazioni anche in caso di riavvio del PC o Mac.
La prova su strada
All’atto pratico, Elgato Facecam si conferma una periferica riuscitissima capace di offrire una qualità dell’immagine sensibilmente superiore rispetto alla classica webcam integrata in un notebook o a soluzioni esterne più o meno costose. Nel mio caso, ho avuto modo di provare la nuova soluzione di Elgato mettendola sotto torchio per qualche giorno, ma soprattutto confrontandola, a parità di condizioni, con altre soluzioni che sono stato costretto a utilizzare più che mai in un periodo in cui interviste ed eventi stampa si tengono rigorosamente in streaming. E se c’erano ben pochi dubbi sulle differenze, in termini di mera qualità, tra la webcam integrata nel mio MacBook Pro da 16” del 2019 e la periferica di Elgato, molto più evidente è il distacco tra un prodotto da 200 euro come Facecam e una webcam che ancora oggi è tra le più vendute, ovvero la Logitech C920 HD Pro.
Al di là delle differenze superficiali (l’ottica della Logitech è ovviamente di qualità e ampiezza minore rispetto all’architettura di Elgato) e alla scelta, non banale, di evitare di includere un microfono di qualità infima e sfruttare di conseguenza tutto lo spazio possibile per massimizzare la qualità dell’immagine (al contrario della webcam di Logitech che, invece, include due microfoni omnidirezionali), la resa della soluzione di Elgato è davvero di un altro pianeta. Esposizione, qualità dell’immagine, ampiezza del campo visivo e le possibilità di intervenire in modo granulare sui parametri di Facecam rendono la nuova soluzione di Elgato un must per coloro fossero in cerca di una webcam capace di restituire un’immagine di alto livello, senza spendere cifre esagerate.
Il led presente sulla sinistra indica quando la webcam è in funzione... ma il coprilente in dotazione vi darà la possibilità di preservare la vostra privacy quando Facecam non è in uso.
Certo, qualcuno potrebbe lamentare l’assenza di auto focus nella nuova periferica del colosso tedesco, tuttavia nella mia esperienza una caratteristica simile si rivela il più delle volte un danno, e non un effettivo valore aggiunto. Il singolo focus che Elgato ha scelto per Facecam consente di mantenere sempre a fuoco il soggetto a prescindere dai movimenti (e dalla velocità degli stessi), a patto ovviamente che siano rispettate le distanze suggerite dall’azienda (ovvero una distanza che varia dai 30 ai 120 centimetri dalla lente).
Come se non bastasse, la possibilità di scollegare il cavo USB-C (quello in dotazione è di lunghezza generosa, 1.8 metri) dal retro e di inclinare in ogni direzione la periferica grazie al supporto integrato consentono di utilizzare Facecam in ogni contesto immaginabile: webcam principale, punto di vista alternativo, fotocamera per unboxing o per suonare/disegnare/truccarsi dal vivo, e così via. Il connettore da 1/4"presente nella parte inferiore della webcam, infatti, consente di sfruttare un qualsiasi stand (inclusi i Multi-Mount di Elgato) per piazzarla nel punto preferito della vostra postazione, mentre l’ottimo supporto in dotazione garantisce una presa molto salda una volta poggiata la fotocamera sul monitor. Qualora doveste avere bisogno di un po’ di privacy, il coprilente in dotazione vi consentirà di coprire la lente in totale sicurezza, proteggendola al contempo da polvere e graffi, e godervi la meritata riservatezza.
Write a Comment