8 cuffie a confronto su AudioReview
Su AudioReview 349 sono state provate 8 cuffie da Rocco Patriarca, ma la prova non si è esaurita qui… sono stati consultati anche un gruppo di ragazzi.
“C’era un solo modo per avre un autorevole parere riguardo ai gusti dei ragazzi in fatto di cuffie: dare loro la parola. E come con tutti i ragazzi del mondo basta fare le domande giuste per avere tutte le risposte. E la seplice domanda sulle cuffie è stata: “mi aiutate a capire qual è quella che vi piace di più?”
Un pomeriggio di musica
Tutto è nato così, con la complicità delle mie figlie ed il permesso dei genitori dei ragazzi. Ho ricevuto un entusiastico coinvolgimento di 7 adolescenti, tra i 13 e i 16 anni, riuniti in un uggioso pomeriggio invernale intorno ad un tavolo, con tante cuffie davanti. Curiosi e pronti a dare il via alla musica. Non è stato difficile spiegare loro il percorso che avevo messo a punto per garantire una valutazione “completa” delle cuffie, dal punto di vista estetico, naturalmente, ma anche dal punto di vista della resa sonora e della comodità d’uso. Ho cercato di suggerire di andare oltre le apparenze estetiche e di badare alla sostanza, alla praticità, al buon suono. E li ho condotti su un percorso basato su quello che tutti coloro che vogliono giudicare un impianto di riproduzione dovrebbero fare: isolare i vari parametri e giudicarli uno per uno.
Per i lettori di AUDIOreview ciò si traduce in un percorso attraverso la valutazione dei parametri chiave: estensione alle basse frequenze, estensione alle alte, dettaglio, trasparenza, capacità dinamiche, stabilità della scena sonora, focalizzazione delle sorgenti, bilanciamento tonale complessivo. Tutti aspetti che vengono valutati in ogni prova di ascolto di ogni apparecchio presentato su queste pagine. Per gli amici del car hi-fi, il percorso è quello messo in pratica nelle valutazioni di ascolto che vengono fatte nei trofei di qualità sonora degli impianti in auto. Non è stato difficile stilare una scheda di 8 punti, di cui 6 dedicati ai parametri d’ascolto sopra descritti e in qualche modo “semplificati”, gli ultimi due dedicati alla comodità (ovvero la cuffia è scomoda, pesante, si muove, preme, oppure è comodissima e confortevole) ed all’estetica “tout court”. Per ognuno dei 6 parametri di giudizio, descritti con parole semplici ed immediate da capire, ho preparato dei frammenti musicali (una specie di “disco test”) in cui sono presenti gli elementi in grado di sollecitare “quel” parametro, pregando di concentrarsi su esso e non su altri. Quindi 6 brani, alcuni notissimi (es. Michael Jackson) altri a loro sconosciuti, ad esempio per testare il basso profondo, ma tutti straordinariamente efficaci per sollecitare una valutazione mirata di un parametro preciso. Una decina di minuti scarsi di musica, una casella con un giudizio da 6 a 10 da riempire al termine di ogni brano, il voto alla comodità espresso alla fine dei giudizi sulla musica, dopo aver tenuto su la cuffia per tutto il tempo, ed infine il voto all’estetica (l’unico da 0 a 10) come ultima valutazione, dopo essersi tolti le cuffie.
Al termine della prova, compilata la scheda della cuffia nel proprio “score sheet”, ognuno dei ragazzi ha passato la cuffia appena valutata al vicino, pronto a cominciare il giudizio della successiva. Qualche minuto di riposo tra una cuffia e l’altra, un buon quarto d’ora tra il primo gruppo di 4 e le altre 4, qualche ingarbugliamento e cambio di posto per via dei cavi ma tutto è stato accolto con grande impegno ed entusiasmo.
L’esperienza di ascolto
Lungi da me l’idea che tutto ciò abbia qualche valenza statistica. Non ci troviamo certo davanti ad un “campione rappresentativo”, né sono stati usati criteri scientifici nella scelta dei brani, dei parametri, del loro “peso” all’interno della completezza del giudizio. È stato solo un incontro con i ragazzi per cercare di capire qualcosa in più dei loro gusti in fatto di musica.
Ed i risultati sono per certi versi sorprendenti. L’interesse dimostrato, la vivacità dei commenti, anche relativamente ai brani scelti, il seguire con attenzione la descrizione dei parametri e come valutarli (mi sono sentito tanto un professore di liceo), l’aver dato loro carta bianca sui giudizi espressi, registrando, con grande soddisfazione, minime influenze reciproche riguardo i commenti che si sono inevitabilmente scambiati durante gli ascolti.
Nel corso del test è stato interessante rilevare, i loro giudizi puntuali e convinti, come (riporto testuali commenti): “questa cuffia bianca (Focal, ndr) è la più entusiasmante”, oppure “per i bassi la Sony, per uscire la Focal”. O meglio ancora, “mi piacerebbe piazzare la cuffia giusta al posto giusto, la Sennheiser accanto allo smartphone per la musica, la Focal accanto alla Play”. Giudizi maturi e circostanziati anche se non sempre in linea con le mie personali valutazioni espresse nelle pagine precedenti.
E poi il fatto che la Yamaha sia bella però tanto grande, che la KEF sia poco consona ai loro gusti estetici, che tutti hanno apprezzato la Sennheiser per estetica e suono, che le sobrie MTX e Pioneer siano state ben giudicate ma li abbiano colpiti poco… Ecco i giudizi dei ragazzi su queste cuffie. E che la Sony, sbilanciata sui bassi, per alcuni troppo, sia piaciuta molto, è un dato di fatto.
Al termine dell’esperienza, occorre notare quanto tutti abbiano compreso immediatamente lo spirito della cosa, abbiano giudicato con una attenzione ed una serietà che dovrebbe far riflettere un intero movimento di audiofili, abbiano serenamente formulato giudizi categorici e definitivi senza sovrastrutture mentali e senza alcuna remora. E soprattutto, quanto con estrema facilità abbiano compreso quali siano i parametri per apprezzare al meglio le doti di una cuffia, dalla profondità dei bassi alla chiarezza della voce, dalla comodità ai particolari costruttivi. Ed anche aspetti poco considerati, come il fatto di leggere sul padiglione quale sia il destro ed il sinistro e quanto sia importante non solo il comfort nell’indossare (alcuni, dopo gli ascolti, hanno lamentato “orecchie rosse”), ma anche il comfort “acustico”, soprattutto in relazione al volume di ascolto. E se è vero che i loro genitori da ora in poi si sentiranno rivolgere richieste più puntuali (e magari impegnative sotto il profilo economico), è anche vero che i ragazzi hanno subito capito che le cuffie, e per estensione anche le macchine da musica (c’è stato anche chi ha chiesto come funzionasse l’ampli per cuffia Behringer), per essere giudicate vanno ascoltate. Al di là dei simboli e dei marchi che compaiono sui padiglioni. E questo, secondo la mia modesta opinione, è il risultato migliore di tale esperienza. Ed una buona dose di ottimismo riguardo la capacità critica delle nuove generazioni…
I risultati delle valutazioni dei ragazzi
Ho il piacere di allegare la tabella con i risultati delle valutazioni dei ragazzi ordinata in base alle voci di valutazione.
Per ognuna di esse è stato ricavato il valore medio tra i 7 ragazzi ed inserito in tabella. A loro volta, i valori per ognuna delle cuffie sono stati mediati per ottenere, così, un risultato globale che ne indica il gradimento complessivo.
È interessante analizzare le singole voci e le valutazioni espresse per ognuna di esse: sebbene ribadisco che l’esperienza non può avere valore statistico, tuttavia evidenzia che anche i ragazzi amano il buon ascolto e sanno essere critici, laddove necessario.
Rocco Patriarca
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