Registrare la voce: come evitare gli errori più comuni

Molti di voi ci hanno chiesto quale fosse il metodo più corretto e più opportuno per registrare la voce o uno strumento esterno attraverso l’utilizzo del microfono.

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza su quelle che sono le varie fasi della registrazione.

Vedremo inoltre come la qualità delle singole fasi, vada ad influenzare la qualità della registrazione finale.

Registrare la voce: partiamo dal flusso di registrazione

Come anticipato, la qualità della registrazione di un segnale audio esterno è molto legata alla qualità delle componenti con cui andiamo ad effettuare tutto questo processo: il flusso di registrazione.

Più queste componenti saranno di alta qualità, migliore sarà il risultato. Sembra ovvio ma è importante sottolinearlo. Infatti spesso ci si fossilizza e si impazzisce sui settaggi delle varie apparecchiature, che in realtà stanno già lavorando al massimo del loro limite qualitativo.

Flusso di registrazione, come è composto e i principi fondamentali

Iniziamo dal dividere il flusso di registrazione in due fasi:

•recording

•editing

Entrambe le fasi di flusso, sono estremamente importanti per ottenere un risultato che sia professionale.

Attenzione però, se la fase di recording non è stata eseguita nel modo corretto, nulla si farà nella fase di editing.

E’ proprio per questo che di seguito andremo a trattare la parte di RECORDING con maggiore attenzione.

Perchè solo se abbiamo una buona registrazione, nella seconda fase si potrà lavorare su un audio che è già perfetto.

Prima di entrare nello specifico del flusso di registrazione facciamo un’analisi per capire alcuni principi fondamentali:

un segnale audio esterno arriva alla vostra DAW.

Abbiamo in principio una sorgente.

Che sia la voce o uno strumento acustico, che deve essere canalizzata all’interno di uno strumento che rileva questo segnale audio (microfono) che deve essere poi trasformato da Analogico a Digitale (nel termine tecnico si indica A/D che sta appunto per Analogico / Digitale).

Solo al termine di questa trasformazione, potrà essere quindi registrato all’interno della vostra DAW. Nella stragrande maggioranza dei casi, a meno che non avete un convertitore A/D esterno, questo ultimo passaggio sarà fatto dalla vostra scheda audio.

2. come registrare il segnale al volume corretto.

Non possiamo correre rischi che il segnale audio che registriamo sia troppo alto perché molto facilmente ci troveremo dei clipping. Al contrario, non possiamo neanche avere volumi di registrazione eccessivamente bassi, perché se poi dobbiamo andare ad alzare il volume in modo sostanziale si corre un importante rischio di tirare su eccessivamente anche eventuali “rumori ambientali”.

Gli errori più comuni durante la fase di registrazione della voce.

Capiti questi due principi, andiamo a capire il primo e il più comune errore che sicuramente si commette in un home studio: partire dalla sorgente microfonica ed entrare direttamente nella vostra scheda audio.

In questo modo siamo già a rischio di avere un segnale audio finale con gli errori che abbiamo descritto precedentemente.

Infatti sicuramente si avrà o un volume troppo alto, quindi mi ritroverò dei clipping, o un volume troppo basso e quindi sporcizia.

E ricordate come già detto prima: una volta registrato non si può più tornare indietro, quindi se ci sono clipping non si cancellano, se è sporco è molto difficile pulirlo a perfezione.

Arrivati qui, sicuramente ora molti di voi staranno pensando:

“che ci vuole?! basta regolare con precisione il preamp della mia scheda audio al volume giusto ed il gioco è fatto”.

SBAGLIATO!

È praticamente impossibile avere un controllo manuale perfetto per riuscire ad evitare clipping o parti con volumi eccessivamente basse.

Come fare per registrare la voce in maniera corretta?

Bisogna intervenire “a monte” del flusso di registrazione con due hardware importanti: preamp e compressore esterni.

Quindi il flusso di registrazione NON è: Microfono – Scheda Audio – DAW.

Bensì sarà: Microfono – Preamp – Compressore – Scheda Audio – DAW.

Solo così si potrà tirare su il volume al livello giusto con l’intervento del preamp (evitando quindi volume di registrazione basso) ma allo stesso tempo controllando eventuali picchi con il compressore che, settato a dovere, livellerà ammorbidendo eccessi di volume oltre una determinata soglia. Il risultato sarà quindi volume ricco e alto il giusto, ma senza clipping.

Probabilmente qualcuno a questo punto penserà:

“la mia scheda ha un preamp, utilizzo quello e poi metto il compressore nel canale audio registrato all’interno della mia DAW ed il gioco è fatto!!”

SBAGLIATO ANCHE QUESTO!

Vi ricordate la regola che ciò che è registrato è ormai finalizzato? Bene, se intervengo nella mia DAW con un compressore non sto facendo altro che modificare un audio registrato che è già compromesso, pertanto non cancellerò i clipping.

I settaggi corretti si devono necessariamente fare a monte del flusso di registrazione.

Il compessore che deve intervenire ed agire dopo il preamp e necessariamente prima della conversione da Analogico a Digitale che farà la scheda audio.

Allo stesso tempo non va neanche bene l’aggiunta del solo compressore avendo già nella scheda audio il preamp interno.

Questo perché, come detto prima, il flusso corretto è in primis il preamp, che tiene vivo e ben colorito il segnale che andiamo a registrare. Poi dopo si comprime per livellare i picchi in modo da evitare qualsiasi clipping.

Quindi, come fare per avere una registrazione ottimale?

Arrivati a questo punto, vediamo nella pratica l’obiettivo che sarà quello di avere una registrazione finale con una Headroom di circa 10/15db.

Quindi gestiremo i settaggi del preamp in modo che, facendo prove con il cantante o con lo strumento che si registra, il segnale arrivi bene intorno al picco di -10/-15db.

A questo punto, setteremo il nostro compressore in modo che venga attenuato tutto ciò che durante la registrazione supera ad esempio i -10db (o i -15 se vogliamo essere un po’ più bassi) non perdendo però la “pancia” del nostro suono.

Vediamo quali parametri seguire:

THRESHOLD: indica il punto di attivazione della compressione e cioè il punto d’innesco che è indicato in termini di volume. Infatti se ad esempio impostiamo una threshold a -10db ogni volta che ciò che andiamo a registrare supera il -10 il nostro compressore si attiverà secondo gli altri parametri di seguito riportati:

RATIO: indica quanto “forte” sarà la compressione, il valore è indicato in termini di rapporto (es. 2:1, 3:1, etc.) più è alto il rapporto più “forte” sarà la compressione. Non serve metterla troppo alta (es. 10:1 o spesso anche indicata con il simbolo di infinito) perché lo faremmo lavorare come un limiter. La giusta ratio va tra i 3:1 e i 5:1 in questo modo la compressione sarà morbida attenuando delicatamente.

ATTACCO: indicherà con che tempo il nostro Compressore si attiverà pertanto meglio impostare, per questo parametro, un attacco abbastanza immeditato tra 1 e 3 ms (millisecondi).

RELEASE: indicherà il tempo di rilascio, appunto, della compressione attuata. Generalmente in questo parametro si tiene una release non rapida, circa intorno i 250/300 ms. Alcuni Compressori sono dotati anche del comando di Auto-Release in alcuni casi può risultare molto comodo.

MAKE-UP GAIN, o OUTPUT: o anche semplicemente GAIN (dipende da come è “disegnato” il compressore) che utilizziamo per dare un ulteriore spinta a ciò che registriamo. In questo modo, mentre il nostro compressore tiene livellati gli eventuali picchi, con il GAIN finale do corpo a tutta la parte più bassa equilibrando maggiormente il volume medio.Un uso canonico e facilmente spiegabile è quello di dare tanto GAIN quanti DB sto riducendo con la compressione.Un giusto ed equilibrato risultato finale è quello di avere con la compressione una Gain Reduction intorno i 4db, pertanto darò +4db con il comando di MAKE-UP GAIN.

Con queste accortezze il risultato sarà sicuramente quello di avere una registrazione audio finale che sia ricca e pulita e che ci consentirà quindi di poter lavorare al meglio nella fase di editing finale. Così facendo potremo adattare la registrazione, al brano che si sta lavorando e successivamente nella fase di mixaggio.

Alex Tripi

Nello Greco

A.k.a The ReLOUD

Per approfondire le vostre conoscenze tecniche

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